Omelia (13-05-2007) |
padre Romeo Ballan |
Lo Spirito d'amore garante della missione Riflessioni Nei discorsi di 'addio' dopo l'Ultima Cena, prima di entrare nella sua passione, Gesù preannuncia i doni pasquali che avrebbe effuso sugli apostoli e sul mondo con la sua risurrezione. In primo luogo, il dono di un amore nuovo (Vangelo): un amore che è una 'immersione piena' nella Trinità Santa, che viene ad abitare, a prendere dimora presso chi crede e ama (v. 23); un amore che diviene sorgente di vita nuova. Inoltre il dono della pace: la pace che Gesù dona, una pace diversa da quella che il mondo offre (v. 27), una pace che è più forte di qualunque turbamento, che rassicura in ogni difficoltà. E soprattutto il dono del "Consolatore, lo Spirito Santo", come maestro e memoria delle cose che Gesù ha insegnato (v. 26). È una promessa che riguarda da vicino il cammino della Chiesa nella storia: Gesù non aveva potuto esplicitare tutte le conseguenze e le applicazioni del suo messaggio, perciò assicura la presenza amica di una guida sicura anche davanti ai problemi nuovi, agli avvenimenti imprevisti, agli sviluppi delle scienze umane... Basta pensare alle nuove sfide di oggi: fondamentalismi, bioetica, globalizzazione, dialogo interreligioso, ecologia... Le nuove scelte che la comunità dei credenti in Cristo dovrà fare lungo i secoli, con la guida dello Spirito, non potranno essere in contraddizione con il messaggio di Gesù, ma ne saranno uno sviluppo, un approfondimento creativo, un'applicazione rispondente alle esigenze delle persone in tempi e luoghi diversi. Una situazione tempestosa per la Chiesa -una vera questione di vita o di morte!- si presentò quasi subito, intorno all'anno 50, a pochi lustri dall'evento storico di Gesù. Il libro degli Atti (I lettura) racconta le polemiche ed animate discussioni fra due gruppi: da una parte, un gruppo di cristiani provenienti dal giudaismo, i quali volevano imporre ai pagani determinate pratiche dell'antica Legge prima di battezzarli; Paolo e Barnaba, invece, vedevano in tali pratiche il rischio di vanificare la grazia di Cristo ed erano favorevoli all'accoglienza diretta dei pagani nella comunità cristiana, senza imposizioni giudaiche (v. 1-2). Molto saggiamente, il dibattito fu portato al massimo livello: alla presenza e al discernimento degli apostoli a Gerusalemme. Tre erano le tendenze emerse nel Concilio di Gerusalemme: la linea aperta di Paolo, l'atteggiamento esitante di Pietro, e la posizione pratica di Giacomo, vescovo di Gerusalemme, che operò una mediazione fra Paolo e i giudaizzanti, in base a criteri pastorali e qualche concessione transitoria (v. 29), come risulta dal primo documento conciliare della Chiesa cattolica (v. 23-29). La presenza dello Spirito Santo è riconoscibile in tutto questo travagliato cammino: nella ricerca di una comunione più forte con le guide della Chiesa, nella discussione aperta a tutti in vista di una decisione della comunità, nell'ascolto dei vari esponenti e in particolare di Pietro, nella scelta di testimoni credibili da inviare ai fratelli di Antiochia, ma soprattutto nella netta affermazione della salvezza offerta a tutti per mezzo di Cristo, facilitando così l'accesso dei pagani al Vangelo, senza imporre altri obblighi. Tale decisione è il risultato di una felice, anche se travagliata, sinergia: "Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi..." (v. 28). (*) "L'itinerario storico della Chiesa ha un suo progresso non sempre lineare, come lo stesso Concilio di Gerusalemme attesta. Importanti sono alcune virtù come la dinamicità che impedisce alla Chiesa di essere nostalgica, la fedeltà che impedisce alla Chiesa di essere sbandata, la pazienza che impedisce alla Chiesa di essere frenetica, la profezia che fa comprendere alla Chiesa i segni dei tempi, la tolleranza e il dialogo che impediscono alla Chiesa la malattia dell'integralismo, la speranza che fa superare alla Chiesa esitazioni e incertezze. Ma su tutto deve dominare la fede nello Spirito, guida ultima e viva della Chiesa" (G. Ravasi). Il metodo conciliare è stato collaudato e resta valido per ogni epoca, come cammino di comunione e di missione! Parola del Papa (*) "Lo Spirito di Gesù Cristo è potenza di perdono. È potenza della Divina Misericordia. Dà la possibilità di iniziare da capo, sempre di nuovo. L'amicizia di Gesù Cristo è amicizia di Colui che fa di noi persone che perdonano, di Colui che perdona anche a noi, ci risolleva di continuo dalla nostra debolezza e proprio così ci educa, infonde in noi la consapevolezza del dovere interiore dell'amore, del dovere di corrispondere alla sua fiducia con la nostra fedeltà". Benedetto XVI Omelia nella seconda domenica di Pasqua, 15.4.2007 Sui passi dei Missionari - 13-31/5: Quinta Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, inaugurata dal Papa Benedetto XVI ad Aparecida (Brasile), con il tema: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché in Lui i nostri popoli abbiano la vita". - 13/5: Anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima (Portogallo, 1917). - 14/5: S. Mattia Apostolo, chiamato a integrare il numero dei Dodici (Atti 1,15-26). - 14/5: S. Teodora (Anna Teresa) Guérin (1798-1856), religiosa, fondatrice, missionaria dalla Francia a Indianapoli (USA). - 15/5: S. Isidoro, agricoltore (Madrid, circa 1080-1130), sposo della B. Maria de la Cabeza: fu esempio di lavoro e di fiducia nella Provvidenza. - 15/5: Giornata Internazionale della Famiglia, istituita dalle Nazioni Unite nel 1994. - 16/5: B. Simone Stock (+1265), eremita inglese, entrò nell'Ordine dei Carmelitani, dando impulso alla devozione mariana e al consolidamento dell'Ordine; morì a Bordeaux (Francia). - 17/5: S. Pasquale Baylón (1540-1592), religioso francescano spagnolo; per il suo speciale amore e dottrina sull'Eucaristia, Leone XIII lo proclamò Patrono dei Congressi Eucaristici. - 17/5: B. Ivan Ziatyk (1899-1952), sacerdote ucraino, della Congregazione dei Redentoristi; fu incarcerato, condannato ai lavori forzati nel campo di Oserlag, vicino a Irkutsk (Siberia), ove morì. |