Omelia (14-05-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su At 1,21 Dalla Parola del giorno Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi...uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione. Come vivere questa Parola? Il testo degli Atti degli Apostoli è attraversato e si fonda sul principio della testimonianza. La Chiesa è ai suoi inizi e sente come suo compito principale quello di consegnare al mondo la lieta notizia di un Dio che ha voluto farsi uno di noi, Gesù, il Cristo. E' un compito storico quello dei discepoli, un impegno di vita. Per questo il termine testimone, con i relativi sinonimi, ricorre negli Atti 39 volte. In particolare, viene sottolineato nel discorso di Pietro, che " in quei giorni, alzatosi in mezzo ai fratelli", quindi con la massima autorità che gli compete come capo, enuncia le caratteristiche di colui che dovrà prendere il posto di Giuda, che ha tradito. La testimonianza di cui primariamente si parla è quella relativa alla "risurrezione", di fatto essa abbraccia un campo molto più vasto. Praticamente riguarda tutto l'ambito della vita di Gesù. Coloro che sono stati con lui, che l'hanno visto, che l'hanno toccato, che hanno udito la sua voce, hanno goduto l'immensa gioia della sua risurrezione devono esserne i primi testimoni. Una consegna che significa, spesso, anche martirio: " Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma a morire per il nome del Signore Gesù", dirà Paolo quando i suoi discepoli lo sconsiglieranno di andare a Gerusalemme. Un impegno a cui non ci si può sottrarre: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e udito", proclamerà Pietro quando gli comanderanno di non parlare più nel nome di Gesù. Ma questo presupposto fondamentale per gli apostoli è richiesto anche ai cristiani di oggi, cioè a coloro che sono comunque beati perché " credono senza aver visto". E la testimonianza attuale, che comporta, in alcuni casi, anche il martirio, richiede sempre il coraggio della difesa della vita, nonostante il materialismo imperante, la scelta radicale delle beatitudini evangeliche in un contesto malato di corsa al potere e di violenza. Richiede il martirio quotidiano dell'incomprensione dei vicini, magari degli stessi familiari, che trovano impopolare e rischioso annunciare con la vita la gioia del Cristo risorto. Nel momento di silenzio che mi concederò oggi, pregherò così: Signore Gesù, rendimi tuo testimone e donami il coraggio di credere alla gioia della risurrezione anche nei momenti difficili e di proclamarla a chi mi sta accanto. La voce di un religioso scrittore contemporaneo Il mondo cambia se io cambio, il mondo si fa nuovo se io divento nuova creatura e mi impegno, anche se altri non lo fanno. Perché la notte comincia con la prima stella, il fiume comincia con la prima goccia d'acqua, l'amore comincia con il primo sguardo. Ermes Maria Ronchi |