Omelia (18-05-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Il travaglio della gioia vera La gioia che si esaurisce in un istante lascia l'amaro in bocca, quella vera e duratura invece sgorga dalle vette, è frutto di un travaglio, di una ricerca assidua e soprattutto non è un prodotto che l'uomo può darsi da se. Viene dall'Alto perché è un dono divino, perché sgorga dalla certezza dell'amore ed è frutto del gesto supremo d'amore, quello che ha spinto Cristo fino al dono della vita. Il riferimento al travaglio del parto e alla gioia della mamma, che ha dato così la luce ad una nuova creatura, induce a pensare ad una delle più sublimi e concrete attuazione dell'apice dell'amore, al dare la vita appunto, come hanno fatto tutte le nostre mamme e tutte le mamme del mondo. Come quella gioia è destinata di sua natura a perpetuarsi nel tempo nella continuità della vita, che sempre si rinnova, così sarà la nostra gioia dopo il travaglio e i sacrifici della nostra esistenza terrena. Ma già nel vivere quotidiano possiamo gustare abbondanti sorsate di gioia se, illuminati e pervasi dallo Spirito, sapremo unirci all'eterno sacrificio di Cristo e a quello della schiera dei santi e dei martiri. |