Omelia (28-05-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Fa ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia; detesta interamente l'iniquità.

Come vivere questa Parola?
Concluso il ciclo liturgico della Pasqua con la solennità di Pentecoste, il testo biblico del Primo Testamento ci invita oggi a quel "ritorno" a Dio che è la rinnovata decisione del cuore di convertirsi a Lui.
La forza di attualità della parola risulta anzitutto dal perentorio comando di "voltare le spalle all'ingiustizia". Ogni forma di peccato è sostanzialmente ingiustizia: un rompere l'armonia del nostro personale rapporto con Dio che diventa subito disarmonia col prossimo e con noi stessi. Ma se vogliamo collocare nel nostro oggi questa Parola, come vediamo il dilagare dell'ingiustizia nei diversi ambiti della vita sociale! Dalle varie forme di disonestà nel commercio e nell'industria alle oppressioni anche di sottile tipo psicologico nel rapporto di coppia, di datori di lavoro e lavoratori ecc.
"Voltare le spalle all'ingiustizia" vuol dire poi assumere con decisione quello che la Parola subito dopo dice: "Detesta interamente l'iniquità". Ecco: la forza e l'attualità è in quell'avverbio: interamente. La tentazione non è tanto di dichiararsi atei ma di vivere un cristianesimo di colore indefinito... qualunquista. Un po' di preghiera e un po' di cedimento alla mentalità mondana, un gridare alla bellezza dell'essere giusti e serbare rancore per le offese, e così via...

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermo sulla radicalità del vangelo che urge oggi vivere. Ne vedo la bellezza e prego:

Signore Gesù, Tu e il Padre, ottenetemi lo Spirito Santo perché per davvero io mi decida a voltare le spalle al male e a vivere interamente quello che Tu dici.

La voce di un padre della Chiesa
La radice della giustizia, il fondamento di ogni equità è che tu non faccia ciò che non vuoi ti sia fatto, che tu misuri l'animo altrui dal tuo stesso animo. Se è duro sostenere le ingiurie e se chi con esse ti offende ti sembra ingiusto, trasferisci nella persona altrui ciò che senti di te e giudica l'altro in base alla tua persona: comprenderai così che tu agirai ingiustamente se nuoci agli altri, quanto ingiustamente agisce un altro se nuoce a te. Se ponderiamo ciò nella nostra mente, conserveremo l'innocenza, che è quasi il primo gradino su cui sta la giustizia.
Lattanzio