Omelia (30-05-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Abbi pietà di noi, Signore Dio dell'universo, e guarda, infondi il tuo timore su tutte le nazioni. Come vivere questa Parola? L'autore del Siracide trasforma in preghiera il suo dire e ci offre espressioni che si prestano anche per noi a esprimere il nostro anelito nei confronti di Dio. Quello che l'orante chiede è di essere avvolto da quella misericordia che è costitutiva di Dio. Il Suo avere pietà per noi è ben più che la compassione di chi guarda dall'alto della sua potenza. È piuttosto "tessuto connettivo" di vita. "Io sono la Vita" dirà Gesù. Anche se pregato da un autore israelita, è contattato come "Dio dell'universo". L'espressione dilata il cuore e l'occhio interiore su quelle vastità in cui, se tu chiedi di entrare, sei vivificato. Così non puoi più vivere di "piccinerie"! Anche nel campo del tuo chiedere al Signore. L'autore poi chiede a Dio che infonda il "Suo timore" non solo al suo popolo, ma a tutte le nazioni. Anzitutto una precisazione: il timore di Dio è tutt'altro che paura! Deriva invece dalla consapevolezza che Dio è tutto quello che di grande, vero, bello e dunque amabile si può pensare. Anzi: amante e amabile! Timore dunque – diceva Roger Scchutz – come "venerazione di un amore". E quel chiederlo non solo per sé, per la sua gente ma per tutti i popoli della terra ti fa battere il cuore al ritmo dell'universo, ti amplifica nelle tue facoltà, nel tuo essere uomo, donna credenti. A questo penserò oggi nella mia pausa contemplativa, "respirando" la fede nel Dio dell'universo e non nel Dio piccino piccino dei miei interessi. Signore mio e Dio mio! Dio delle galassie e dei mondi e di ogni cuore d'uomo che batte a qualsiasi latitudine, anche lontanissima da me, abbi pietà di tutti e avvolgi ognuno della tua salvezza. La voce di Padre della Chiesa Non riteniamo un gran bene la ricchezza; un bene grande è possedere non un patrimonio, ma il timore di Dio e la pietà tutta quanta. Giovanni Crisostomo |