Omelia (02-06-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ricercai assiduamente la sapienza nella preghiera.

Come vivere questa Parola?
Il Siracide, in un tratto autobiografico del suo testo, dice che fin da giovane ricercò il dono della sapienza e si rallegrò di essa nel suo cuore, come di "uva prossima a maturare". Per noi che viviamo nell'economia neotestamentaria è bello ricordare che, se preghiamo, è lo Spirito Santo stesso a concedere a noi come ai primi cristiani, e a ogni uomo deciso a camminare con Cristo, il dono inestimabile della Sapienza. Nell'elenco dei doni dello Spirito Santo è il primo. In effetti niente giova di più al nostro cammino (un cammino davvero spirituale) che il dono della Sapienza. Che cosa significa concretamente questo dono? È quel poter "gustare" le cose spirituali. Avere, per esse, una specie di..."palato spirituale". Non parlo solo delle dolcezze sensibili che possono, a volte, perfino ingannare facendoci credere santi mentre c'è in noi avidità egoica di godimento e basta. No! Si tratta di quel sapido percepire che Dio è il Primo e l'Ultimo nella nostra vita, che da Lui viene quell'Amore che risana, purifica, dà gioia. È per il dono della Sapienza che noi impariamo come per "divino istinto" a scegliere la retta strada e a non perderci dietro interessi secondari e spesso ingannatori. Ma questo "divino istinto" viene appunto da Dio e va cercato in preghiera. A volte siamo impazienti con noi stessi e con tutti. Ci pare di essere sempre al "dunque" di scelte mai realizzate fino in fondo, di malumori anche sulla strada del tentativo di essere buoni. Ecco: la salvezza è pregare perché lo Spirito, dandoci il dono della Sapienza, ci dica, momento per momento, come fare per gustare e gioire del bene, percepirlo come l'ottimo di quello che possiamo vivere quaggiù.

A questo penserò nella mia pausa contemplativa trascorsa pregando.

Mio Signore, dammi il tuo Spirito Santo! Mi infonda il dono della Sapienza, perché io sappia scegliere il bene, sempre, e gioiosamente.

La voce di un certosino del XII secolo
Solo sulla vetta della sapienza il fuoco di un'ardentissima carità manifesta la bellezza della gloria di Dio, e tutto ciò che è inferiore a questo è ritenuto nube e oscurità.
Guigo II