Come si è appena
visto, il tempo di Avvento guida il
cristiano attraverso un duplice
itinerario: "È tempo di
preparazione alla solennità del
Natale, in cui si ricorda la prima venuta
del Figlio di Dio fra gli uomini, e
contemporaneamente è il tempo in
cui, attraverso tale ricordo, lo spirito
viene guidato all'attesa della seconda
venuta del Cristo alla fine dei tempi"
(Norme per l'anno liturgico e il
calendario, 39: Messale p. LVI). Nella
liturgia delle prime tre domeniche e nelle
ferie sino al 16 dicembre si può
notare l'insistenza sul tema della seconda
venuta di Gesù alla fine dei tempi,
mentre nei giorni compresi tra il 17 e il
24 tutta la liturgia è ormai tesa
verso la celebrazione della nascita del
Figlio di Dio. La novena di Natale cade
pienamente nel secondo periodo
dell'Avvento.
Le novene sono
celebrazioni popolari che nell'arco dei
secoli hanno affiancato le "liturgie
ufficiali". Esse sono annoverate nel
grande elenco dei "pii esercizi". "I pii
esercizi - afferma J. Castellano - si sono
sviluppati nella pietà occidentale
del medioevo e dell'epoca moderna per
coltivare il senso della fede e della
devozione verso il Signore, la Vergine, i
santi, in un momento in cui il popolo
rimaneva lontano dalle sorgenti della
bibbia e della liturgia o in cui,
comunque, queste sorgenti rimanevano
chiuse e non nutrivano la vita del popolo
cristiano".
La novena di Natale,
pur non essendo "preghiera ufficiale"
della Chiesa, costituisce un momento molto
significativo nella vita delle nostre
comunità cristiane. Proprio
perché non è una preghiera
ufficiale essa può essere
realizzata secondo diverse usanze, ma un
indiscusso "primato" spetta alla novena
tradizionale, nella notissima melodia
gregoriana nata sul testo latino ma
diffusa anche nella versione italiana
curata dai monaci benedettini di
Subiaco.
La domanda che ogni
operatore pastorale dovrebbe porsi di anno
in anno è: "come posso valorizzare
la novena di Natale per il cammino di fede
della mia comunità?".
Può infatti
capitare che tale novena continui a
conservare intatta la caratteristica di
"popolarità" venendo però a
mancare la dimensione ecclesiale,
celebrativa e spirituale. Tali dimensioni
vanno recuperate e valorizzate per non far
scadere la novena in "fervorino
pre-natalizio".
1. Recupero della
dimensione
ecclesiale-assembleare
Pur non essendo - come
si è detto - una preghiera
ufficiale della Chiesa, la novena
può costituire un momento
ecclesiale molto significativo. Molti vi
partecipano perché "attratti" dalla
"novena in latino" (le chiese in cui la si
canta in "lingua ufficiale" sono gremite!)
e vi si recano per una forma di godimento
personale che pone radici nella nostalgia
dei tempi passati e non nel desiderio di
condividere un momento di approfondimento
della propria fede. È bene che i
partecipanti prendano coscienza che sono
radunati per una celebrazione che ha lo
scopo di preparare il cuore del cristiano
a vivere degnamente la celebrazione del
Natale.
2. Recupero della
dimensione celebrativa
La novena di Natale
è molto vicina alla celebrazione
dei vespri. Va pertanto realizzata
attraverso una saggia utilizzazione dei
simboli della preghiera serale: la luce e
l'incenso. È bene che vi sia una
proclamazione della parola e una breve
riflessione. L'intervento in canto
dell'assemblea va preparato e guidato.
È utile ricordare che l'esposizione
del SS. Sacramento col solo scopo di
impartire la benedizione eucaristica -
usanza frequente nelle novene di Natale -
è vietata (Rito del culto
eucaristico n. 97).
3. Recupero della
dimensione spirituale
La novena di natale
è una "antologia biblica" ricca di
nutrimento per lo spirito. È quindi
l'occasione per proporre non una
spiritualità devozionale ma
ispirata profondamente dalla Parola di
Dio. Non è l'occasione per fare
"bel canto" ma per lasciarsi coinvolgere
esistenzialmente dalla Parola di Dio
cantata.
Enrico Beraudo
www.alleluja.net
|