Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde PO216 ;
Dio mi ha concesso la vita, e con la vita, che è un dono, mi ha assegnato un compito: il bene mi è semplicemente affidato, bene di cui sono personalmente responsabile.
Il primo dei beni che ho davanti a me, sono io stesso. Non sono io il padrone della mia vita, essa mi è stata concessa da Dio, ed egli me ne farà rendere conto, come il padrone del Vangelo che, al ritorno dal suo viaggio, chiamò i suoi servitori affinché rendessero conto dei beni ricevuti da lui.
Vi sono delle persone che non credono alla vita, che non credono al compito che Dio ha loro assegnato, e sotterrano così il loro talento, la loro vita nella sabbia di un egoismo prudente. Per loro vivere è aspettare la vita. Dio li condanna.
Altri, più audaci, fanno saggiamente prosperare il dono divino, e lo moltiplicano. Dio mi ha dato la vita, affinché io moltiplichi i beni sulla terra, affinché io trovi, per mezzo di questo lavoro, un senso alla mia vita, e scopra la mia vocazione, cioè il bene che Dio mi dà da compiere. Se non sotterro la mia vita nella sabbia e ho l’audacia di accogliere i doni di Dio, posso nutrire la speranza che egli mi approverà.
Molte persone non credono in se stesse, perché hanno sotterrato i loro talenti. Soltanto la fede nel Dio vivente ridà all’uomo la fede nella vita, poiché questa fede non è nient’altro che la fede nel bene che Dio mi ha dato da compiere, e che spesso si dimentica.